Ricerca della madre
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La ricerca delle origini rappresenta oggi un tema molto dibattuto e ancora irrisolto, ma l'esigenza di fare i conti con la grande incognita della propria vita era ben presente anche ai nostri soldati, rafforzata probabilmente dalla costante minaccia di morte. Il Commissario Direttore dell'Ospedale degli Innocenti, Gustavo Pucci, rappresentava sicuramenete per questi uomini un'importante figura di riferimento. A lui essi erano stati affidati fin dai loro primi giorni di vita ed era a lui, quindi, che i soldati scrivevano, sperando di ricevere aiuti e risposte anche su aspetti più intimi della loro vita, come il nome della propria madre. Anche tra i soldati commemorati sulla lapide c'è chi scrisse con il desiderio di conoscere il nome della propria madre (per esempio Ginuccini). L'Archivio, però, custodisce la corrispondenza di altri soldati, presenti su diversi fronti di guerra (ALbania, Libia, ecc.) che testimonia lo stesso desiderio e bisogno di informazioni. Un desiderio e un bisogno, tali che, in mancanza di risposte ufficiali, si ricorreva, allora, come oggi, a tutti i mezzi di comunicazione disponibili; è questo il caso di Amos Erpici che sul quotidiano Il Carlino di Bologna lanciò un appello pieno di pathos alla donna che lo aveva partorito!
NB: le storie sono in continuo aggiornamento!
Arditi, Chiuri, Erpici, Gioiellieri, Giorgici, Imitelli, Inessi
Gli altri temi del percorso La corrispondenza sono: Lettere dei prigionieri -Richiesta di informazioni e sussidi