Curzio Imitelli
print this pageNato a Firenze il 13 giugno 1895 - Soldato di fanteria.
Note biografiche
A dì 15 giugno 1895
Curzio Imitelli (Virgilio, Giovanni) di genitori incogniti, nato in via Ghibellina 18.
Sabato a dì detto a ore 21 minuti10 fu introdotto il sunnominato bambino dalla levatrice Giuseppa Pierazzoli, dimorante in via dell'Agnolo n. 25, che lo dichiarò nato il 13 giugno 1895 a ore 8 ½ da donna non unita in legittimo matrimonio. Era stato battezzato alla chiesa di San Giovanni Battista coi secondi dei suddetti nomi ed il cognome Vanni, quindi si denunziò all'ufficio di stato civile del comune di Firenze. Recapito in filza n.162.
- 1895 22 giugno: a balia a latte alla Annunziata, moglie di Giovan Battista Traversari del popolo di San Donato a Momigna, comune di Marliana.
- 1899 2 settembre: rimesso in casa [Ospedale degli Innocenti].
- [1899] 22 settembre: consegnato a Maria, moglie di Alessandro Guerrieri, popolo di Sant'Antonio, comune di Dicomano.
- 1906 20 marzo: rimesso in casa [Ospedale degli Innocenti] affetto da scabbia ed inviato a Santa Maria Nuova (guarito lo riprendono).
- 1906 3 aprile: rimesso in casa [Ospedale degli Innocenti] ed inviato nuovamente a Santa Maria Nuova.
- 1906 14 aprile: dimesso da Santa Maria Nuova guarito.
- 1906 2 maggio: riconsegnato ai coniugi Alessandro e Maria Guerrieri del popolo di Sant'Antonio a Dicomano.
- N.B. Concesso il permesso per emigrare all'estero per lettera al sindaco di Dicomano in data 4 gennaio 1913.
- 1913 rimesso in casa [Ospedale degli Innocenti] ed inviato presso la fattoria di Figline Valdarno.
- 1913 25 marzo : riconsegnato ai suddetti coniugi Guerrieri.
Trascrizione da: AOIF, Balie e bambini 1895 I 9a p. 2a, 209-414 , 01/05/1895 - 31/08/1895 , 859, s.c. [ numero d'ordine 303]
Corrispondenza
Ricerca della madre
Lettera di Curzio al Commissario Direttore dell'Ospedale degli Innocenti
Zona di guerra, a dì 14/2/1916
Illustrissimo Signor Direttore,
Mi scuserà tanto se io vengo a disturbarlo, ma voglio sperare che mi vorrà dare una risposta plausibile. Nelle varie fasi della vita che sto passando, sempre coinvolto nei disagi e minacciato continuamente dal pericolo, sento il bisogno anche io (come hanno fatto altri miei fratelli) di reclamare i miei genitori, coloro che mi diedero fatalmente alla luce. Chi sono quelle persone? Quale è la mia consanguineità? Tutto questo passa continuamente per la mia mente e non posso discacciarli. Io tengo, è vero, un padre ed una madre putativi che mi vogliono assai bene, come se fossero veramente quelli che mi dettero la vita, ma questo non basta per mettere in pace un giovane che da 9 mesi si trova in guerra. Nessuna creatura umana potrebbe considerare quale sarebbe la gioia mia a sentirmi dire: Noi siamo tuo padre e tua madre, noi siamo coloro che per fatali (plausibili) motivi ti demmo alla luce. Ma verrà quel desiato giorno? Tu, o madre, che vedi il mondo soggiogato da una terribile carneficina, pensa al tuo figlio che pur esso trovasi a combattere per un diritto, per levarci dall'oppressione di un nemico odiato da tutto il mondo. Si, pensa a colui che mettesti al mondo che ti chiede solo una parola per morir più contento, avendo conosciuto, dopo 20 anni, la sua generazione. Si, ho madre ignota, io t'imploro e attendo da te quella parola che farà di me uno altruomo più libero, con meno pensieri. Faccio appello a coloro che potessero dare una completa e soddisfaciente risposta a questa mia piccola ma importante domanda. Tralascio per paura di tediare troppo a lungo la sua rispettabile persona, sicuro però che vorrà darmi una sua risposta. Riceva un saluto di cuore dal figlio del suo ricovero. Devotissimo, Imitelli Curzio.
Risposta del Commissario Direttore dell'Ospedale degli Innocenti
Lì 16 febbraio 1916
Sono molto dispiacente di non potere fornirti le notizie che mi chiedi circa i tuoi genitori per la semplice ragione che, essendo figlio d'ignoti, si ignora completamente chi essi siano. Ti sia però di conforto l'affetto che ti portano i tuoi tenutari, l'interessamento di questo Istituto che dopo averti pietosamente raccolto e mantenuto, secondo le proprie caritative finalità, ha ora iscritto il tuo nome tra la schiera gloriosa e numerosa dei suoi figli che, sul fronte di battaglia, si accingono con il fior della gioventù italiana, a tenere alte il nome e la fortuna della Patria. Così, se qualcosa di veramente necessario ti occorresse, rivolgiti a me ed io vedrò, nei limiti del possibile, di accontentarti come avrai premio speciale da questo consiglio se, distinguendoti come valoroso, sarai proposto per una ricompensa al valor militare. Nell'operosità di cittadino e di soldato trova conforto alla tua ansia per disvelare il mistero della tua nascita. Il Commissario Direttore.
Lettera di Curzio al Commissario Direttore dell'Ospedale
Zona di guerra, lì 27/2/1916
Egregio Signor Direttore
Ricevei con molto piacere la sua desiderata risposta, però non sono tanto rimasto soddisfatto perché quello che desideravo io non è venuto alla luce. Son molto contento e soddisfatto del bene che mi vogliono i miei tenutari, ma questo non basta per mettere in pace un cuore che sente il bisogno di sapere quale sia la sua consangunità. Ma se tutto ciò per ora è impossibile, verrà un giorno (se avrò la fortuna di scansare tutti i pericoli) che sarò congedato e allora girando, magari, tutto il mondo vorrò sapere chi furono coloro che mi diedero alla luce. Io lo ringrazio tanto dell'incoraggiamento che ella fa verso di me e non dubiti che il soldato Imitelli Curzio non ha mai mancato, non manca e non mancherà ai suoi doveri. Sacrificherei piuttosto la vita prima di esser disonorato. Io ho già combattuto 8 mesi sull'altipiano carsico e creda, signor Direttore, che mai indietreggiai di un passo come non mi fu comandato e anche se sotto dal pericolo [non] ho mai abbandonato il mio posto. Partii da Napoli al momento della mobilitazione ed ho preso parte a 48 combattimenti e a 12 assalti alla baionetta senza contare tutto il resto che troppo lungo sarebbe il mio diario. Tralascio da parte il passato per venire al presente. Sento nella sua, che se qualcosa di necessario mi bisognasse potrei rivolgermi a lei ed io ne approfitto per domandarli un piacere. Quello che desidererei sarebbe che lei potrebbe farmi una raccomandazione buona al comandante, il mio reggimento, per darmi un posticino meglio che in compagnia. Se ella volesse potrebbe raccomandarmi o al colonnello oppure al comandante, la compagnia all'indirizzo qui a tergo. Ringraziandolo anticipatamente le chiedo scusa del male scritto, causa sto scrivendo sopra lo zaino e capirà... Riceva i più sinceri ossequi e auguri, suo devotissimo Imitelli Curzio.
Trascrizione da: AOIF, Filza speciale guerra italo-austriaca. Affari per creature 1916. Assistenza civile dal n. 91 al n. 134, 1916, 2862, fasc. 131