Fabio Felici
print this pageNato a Premilcuore il 30 marzo 1881 – Morto il 7 ottobre 1917. Soldato della Milizia Terrestre.
Note biografiche
Iesus, Maria, Ioseph
A dì 8 aprile 1881
Fabio Felici di genitori incogniti
Venerdì a di detto fu registrata la partita del sunnominato bambino, stato introdotto nello spedaletto di Premilcuore il dì 30 marzo 1881 dalla levatrice Maria Ricci, che lo dichiarò nato il giorno stesso da donna non unita in legittimo matrimonio. Fu battezzato nella chiesa di San Martino a Premilcuore coi suddetti nome e cognome coi quali fu denunziato all'uffizio di stato civile del comune di Premilcuore. Recapito in filza 148 n. 211.
- 1881 A dì 30 aprile: a balia a latte alla Filomena, moglie di Antonio Olivi del popolo di Galeata, comunità detta.
- 1881 A dì 19 ottobre: permutata [la creatura] con Filomena, moglie di Francesco Ragazzini del popolo di San Pietro in Bosco di Galeata, comunità dette.
- 1883 19 aprile: si permutò con Caterina, moglie di Francesco Faciboni del popolo e comune come sopra.
Trascrizione da: AOIF, Balie e bambini 1881 T 8a p.1a, 1 gennaio 1881 – 30 giugno 1881, 824, c. 137, [numero d'ordine 273]
Note sulla vita militare
Fabio Felici compare nell'elenco del comune di Galeata. Soldato nel 135 ° battaglione, 4ª compagnia Milizia Terrestre, morì il 7 ottobre 1917 a seguito di ferite riportate nel bombardamento di Senigallia il 24 maggio 1915. Secondo la nota del comune Fabio sarebbe morto il 7 aprile 1917.
Basato su: Albo dei caduti della Grande Guerra; AOIF, Affari generali anno 1923 n. 415, dal n. 50 al n. 82 , 1923, 6686, fasc. 60
Corrispondenza
Richiesta sussidi
Minuta della lettera scritta dal Commissario Direttore degli Innocenti al sindaco di Galeata per conoscere le condizioni di alcuni gettatelli dimoranti in quel territorio
Li 26 ottobre 1915
(…) In quanto al giovane Fabio Felici della classe 1881, rimasto ferito gravemente in conseguenza del bombardamento avvenuto a Sinigaglia nel mese ultimo scorso, gradirei i maggiori particolari in riguardo specialmente alle attuali condizioni di salute del soldato ed allo stato economico della di lui famiglia, intorno alla quale dovranno unirsi accennati e gli ordinari mezzi di sussistenza e, contestualmente, il disagio conseguente dalla sventura che ha colpito il capo di casa. Tali notizie io desidero di comunicare poi all'onorevole Consiglio di Amministrazione di questo Pio Istituto, al quale un tempo apparteneva il Felici, Consiglio che ha deliberato, com'ella già conosce, di occuparsi filantropicamente e nei limiti del possibile di quei valorosi che ritorneranno dal fronte premiati o feriti. In attesa sono a ringraziare sentitamente la Signoria Vostra Illustrissima e con ossequio mi confermo. Il Commissario Direttore.
Lettera del sindaco di Galeata al Commissario Direttore
Galeata lì 28 ottobre 1915
(...) Riguardo a Fabio Felici, della classe 1881, esso venne gravemente ferito in più parti del corpo nell'attacco di incrociatori austriaci al treno che fra Rimini e Sinigaglia trasportava ad Aquila il proprio battaglione. Ricoverato in pessime condizioni all'ospedale di Fano, dopo tre mesi di cura, potè essere rimandato a casa, ma in stato da non potere accudire (...) alcun lavoro, giacché oltre all'aver rovinata una mano è rimasto fortemente offeso da una forte scheggia di granata alla gamba destra, che non può liberamente adoperare ed è ridotto a dovere, zoppicando, reggersi ad un bastone. Mentre, conforme a quanto si attesta coll'accluso certificato medico, la Signoria Vostra Illustrissima potrà formarsi un adeguato concetto della situazione penosa del Felici stesso, lo scrivente informa come la famiglia di esso, composta dalla moglie in permanente stato di cattiva salute e di due piccoli figli, i quali traevano il loro, sebbene parco sostentamento, dall'opera laboriosa del padre, di professione spaccalegne e segantino, sostentamento che verrebbe a mancare ove lo Stato e le istituzioni di beneficenza non intervenissero con adeguati soccorsi a pro del povero soldato rimasto invalido nell'indigenza. Colla massima osservanza. Il sindaco.
Risposta del Commissario Direttore dell'Ospedale degli Innocenti al sindaco di Galeata
Li 15 novembre 1915
Mi affretto a dar partecipazione alla Signoria Vostra Illustrissima che l'onorevole Consiglio d'Amministrazione di questo Regio Spedale, su mia proposta, accordava al giovane Fabio Felici, costì dimorante, rimasto gravemente ferito durante il bombardamento di Sinigaglia, un sussidio per una sola volta di lire cinquanta. Di tale benevola donazione prego la Signoria Vostra di dar notizia all'interessato, al quale è stato oggi indirizzato un vaglia postale per la suddetta somma presso cotesto onorevole ufficio comunale. Con ossequio. Il Commissario Direttore.
Lettera di Fabio Felici al Commissario Direttore dello Spedale degli Innocenti
Galeata 28/11/15
Gentilissimo Signor Direttore,
Il giorno 20 del corrente mese, giunsi a Galeata dopo una permanenza a Forlì e Ravenna, di 15 giorni, non pole imaginare quale fu la mia sorpresa quando il nostro segretario Zaoli mi chiamò in Comune e mi consegnò il vaglia di 50 lire da lei inviatomi. Egregio signore,non ho parole bastanti per ringraziarlo e per esprimerle la mia gratitudine. Quei soldi ànno sfamato i miei bambini che appena riscossi presi subito un quintale di grano. Creda, mio buon signore, che quando potevo lavorare vivo bene con la mia famigliola, avevo un buon mestiere e guadagnavo. Il passato l'ho passato bene e l'avenire! Speriamo bene. Io non desidero che una cosa sola: non patisca la mia famiglia che adoro. Ora mi ànno mandato rimandato a casa, riformato con una convalescienza straordinaria in attesa di congedo, Appena sarà finito il mese scriverò per vedere se mi passano ciò che mi ànno dato durante i tre mesi di convalescienza, altrimenti farà le pratiche il mio comune per sapere con che posso vivere. La prego perdonare la libertà che mi sono preso scrivendo direttamente a lei. Perdoni il male scritto e gli errori. Ò voluto scriverle di mio per ringraziarlo di quello che per me à fatto e le ripeto le sarò eternamente grato. Con rispetto la riverisco e mi firmo come di lei figlio. Felici Fabio.
Seconda lettera di Fabio Felice indirizzata al Commissario Direttore dello Spedale degli Innocenti
Illustrissimo Signor Direttore,
Mi permetto rivolgermi alla Signoria Vostra Illustrissima per esporle le mie circostanze. Fui gravemente ferito la mattina del 24 maggio 1915 e dopo quasi tre mesi di ospedale a Senigalia fui riformato colla promessa di una pensione di novecento lire annue. Però per quante pratiche abbia fatto non mi è stato possibile avere un centesimo. Solo la mia moglie e i miei due bambini ritirano di sussidio govenativo lire una e centesimi venti, che non bastano per il pane. Ho pensato quindi di rivolgermi alla Signoria Vostra Illustrissima pregandola vivamente acciò voglia fare in mio favore una calorosa sollecitazione all'ufficio delle pensioni di guerra presso il Ministero della guerra, perché mi sia dato da vivere convenientemente colla mia famiglia dopo che per la patria ho dato una mano ed una gamba che non mi servono più. Frattanto se la Signoria Vostra Illustrissima volesse usarmi una carità, inviandomi qualche sussidio, come altra volta generosamente ha fatto, le sarei grato come ad un padre. Gradisca i miei anticipati ringraziamenti ed ossequi. Galeata 29 luglio 1916. Devoto Fabio Felici dell'ospedale degli Innocenti di Firenze. P.S. Per sua norma, quando fui ferito appartenevo al 135° battaglione, 4a compagnia M.E. Sono della classe 1881. Felici.
Minuta della lettera che il Commissario invia al sindaco di Galeata
Li 1 agosto 1916
ll gettatello Fabio Felici, che già da quest'Amministrazione ottenne un sussidio, attese le sue condizioni nelle quali fu ridotto in seguito al bombardamento di Sinigallia, ora domanderebbe un altro, in attesa della suddetta volta richiesta e non ancora ottenuta pensione privilegiata di guerra. Prego pertanto la Signoria Vostra Illustrissima a significare al suddetto che questo Spedale, che ha infiniti casi pietosi,non può emettere una nuova ordinanza a suo favore, mentre unisco alle suppliche <del> trovatello le mie istanze più vive perché, pel tramite di codesto onorevole ufficio, sian fatte alle autorità competenti premure a ciò che il Felici stesso non rimanga più a lungo privo della pensione a cui ha diritto, dopo il sacrificio che l'ha reso inabile o quasi al sostentamento proprio e della famiglia. Con ossequi. Il facente funzioni di Commissario Direttore.
Trascrizione da: AOIF, Filza speciale guerra italo-austriaca. Affari per creature 1915. Provvedimenti a favore di nostri alunni chiamati alle armi e notizie circa i medesimi forniti dall'autorità militare. Dal n. 143 al n. 161 , 1915, 2858, fasc. 152