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Com'era già accaduto durante la campagna di Libia nel 1911, l'Ospedale degli Innocenti si fece promotore di aiuti materiali ai suoi ex alunni che tornavano dal fronte, tanto più se questi erano feriti, inabili al lavoro o addirittura morti. Gli ex innocentini alla guerra, che ritenevano di avere i requisiti necessari per avanzare qualche richiesta, scrivevano al Commissario Direttore sperando di ricevere la solidarietà degli Innocenti per sé o per i propri congiunti, spesso anziani, rimasti soli a casa. D'altra parte la miseria del tempo e lo stato di estrema povertà in cui vivevano le famiglie di questi soldati era bene nota anche ai sindaci e ai parroci del territorio i quali, i quali spesso avanzavano per loro conto richieste di aiuto all'amministrazione ospedaliera, in modo da per rendere più tollerante la vita di chi, pur rimasto a casa, non riusciva comunque a sopravvivere.
Gli altri temi del percorso La corrispondenza sono: Ricerca della madre -Lettere dei prigionieri
